Con la recente sentenza n. 14046 del 2018 la Corte di Cassazione Sez. III pen., ha respinto il ricorso per sequestro conservativo presentato dalla procura di Udine che avrebbe coinvolto anche la compagna dell’evasore.
Nel caso di specie l’uomo, avvalendosi di una ditta intestata alla compagna, aveva esportato all’estero della merce evadendo le imposte mediante una ingegnosa operazione di frode fiscale.
Dopo un’accurata analisi delle intercettazioni, si evidenziava l’ingenuità e l’estraneità della donna da tutti i fatti illeciti posti dal suo compagno.
La Corte ha, dunque, deciso per il dissequestro dei beni della compagna, considerata una mera prestanome ritenendo che, nell’ambito delle relazioni familiari, sia plausibile la gestione totale dell’azienda da parte di un coniuge con il coinvolgimento solo nominale dell’altro.